Abolito l'assegno di fine mandato per i consiglieri regionali
Tutti d'accordo ma fanno marcia indietro dopo le proteste
martedì 21 settembre 2021
19.09
Il Consiglio regionale ha abrogato all'unanimità l'articolo 3 della legge regionale n. 27 del 6 agosto scorso, con cui era stato reintrodotto il trattamento di fine mandato (Tfm). La misura prevedeva un assegno di 7.100 euro all'anno a ogni consigliere per ogni anno passato in consiglio. La spesa - quasi 5 milioni di euro - sarebbe stata tutta in carico alle casse pubbliche. Era stata prevista la retroattività, vale a dire che le istanze avrebbero potuto essere presentate anche dai consiglieri non più in carica o da coloro che hanno fatto parte dell'assise dal 2013. Infatti alcune richieste di Tfm sono già state presentate.
Tutti d'accordo nell'abrogazione e oggi i commenti sono tutti dello stesso segno ma in realtà la marcia indietro è avvenuto per effetto delle proteste dell'opinione pubblica che ha disapprovato questo provvedimento, varato peraltro in un momento in cui si vivono le ripercussioni critiche della pandemia.
Le forze politiche sono state compatte nell'abrogazione. Per il Movimento 5 stelle e per il Pd si sono espressi in tal senso anche i leader Giuseppe Conte ed Enrico Letta.
Non è detto, però, che in futuro la misura non venga riproposta. Molti consiglieri, infatti, ritengono che sia da rivedere "la tempistica", viste le difficoltà vissute da famiglie e imprese, ma sul contenuto non cambiano idea. Si vedrà.
Tutti d'accordo nell'abrogazione e oggi i commenti sono tutti dello stesso segno ma in realtà la marcia indietro è avvenuto per effetto delle proteste dell'opinione pubblica che ha disapprovato questo provvedimento, varato peraltro in un momento in cui si vivono le ripercussioni critiche della pandemia.
Le forze politiche sono state compatte nell'abrogazione. Per il Movimento 5 stelle e per il Pd si sono espressi in tal senso anche i leader Giuseppe Conte ed Enrico Letta.
Non è detto, però, che in futuro la misura non venga riproposta. Molti consiglieri, infatti, ritengono che sia da rivedere "la tempistica", viste le difficoltà vissute da famiglie e imprese, ma sul contenuto non cambiano idea. Si vedrà.