A Tokyo tanta paura ma un’efficienza impeccabile
La testimonianza del preside del Liceo Classico "Cagnazzi". Tempestiva l'assistenza dell'ambasciata italiana
martedì 15 marzo 2011
12.32
Più di trecento i morti accertati, "oltre mille" quelli stimati al momento in Giappone, colpito venerdì 11 marzo da un terremoto di magnitudo 8,9, seguito da uno tsunami.
Fra i testimoni di questa catastrofe, tre gravinesi recatisi in Giappone con comitive diverse. Si tratta di Filippo Tarantino, preside del Liceo classico "Cagnazzi" e dirigente della scuola secondaria di I° grado "Tommaso Fiore" (entrambi istituti scolastici con sede ad Altamura), della moglie Angela Bernardi e della giovanissima Vincenza Nacucchi, laureata in scienze della comunicazione all'università Tor Vergata di Roma e impegnata, con l'editrice Zanichelli e l'Università "La Sapienza", nel progetto di elaborazione del nuovo dizionario italiano-giapponese.
Tre minuti indimenticabili raccontati da questi interpreti attraverso Skype ai loro familiari. Hanno riferito del panico per le strade della città, dove i grattacieli si piegavano e subito dopo riprendevano l'originale posizione, ma, al contempo, dell'efficienza giapponese e dell'assistenza avuta dall'ambasciata italiana. D'altronde, le scosse telluriche sono continue e nessuno si scompone.
Fra i testimoni di questa catastrofe, tre gravinesi recatisi in Giappone con comitive diverse. Si tratta di Filippo Tarantino, preside del Liceo classico "Cagnazzi" e dirigente della scuola secondaria di I° grado "Tommaso Fiore" (entrambi istituti scolastici con sede ad Altamura), della moglie Angela Bernardi e della giovanissima Vincenza Nacucchi, laureata in scienze della comunicazione all'università Tor Vergata di Roma e impegnata, con l'editrice Zanichelli e l'Università "La Sapienza", nel progetto di elaborazione del nuovo dizionario italiano-giapponese.
Tre minuti indimenticabili raccontati da questi interpreti attraverso Skype ai loro familiari. Hanno riferito del panico per le strade della città, dove i grattacieli si piegavano e subito dopo riprendevano l'originale posizione, ma, al contempo, dell'efficienza giapponese e dell'assistenza avuta dall'ambasciata italiana. D'altronde, le scosse telluriche sono continue e nessuno si scompone.