A proposito della Festa della Liberazione ad Altamura
Da Sinistra Italiana una riflessione sulla Leonessa di Puglia
mercoledì 26 aprile 2017
10.52
Il circolo di Altamura di Sinistra Italiana sente il dovere di condividere con la cittadinanza una riflessione pubblica sul 25 aprile 1945, giorno della Liberazione dell'Italia dalle forze di occupazione nazi-fasciste e momento determinante nella diffusione di un sentimento di esultanza popolare che avrebbe di lì a poco dato vita alla nostra Costituzione, quella Costituzione che abbiamo difeso nel Referendum del 4 dicembre 2016, cui anche la città di Altamura ha dato un contributo netto, suffragando le ragioni del NO alla riforma di Renzi sulle modifiche costituzionali.
Pochi mesi fa, infatti, il popolo italiano ha manifestato un legame inscindibile e profondissimo con la grande lezione etica della Resistenza antifascista e con la storia della nostra Repubblica, con gli equilibri e i contrappesi che ancora, fortunatamente, caratterizzano il nostro Stato. Ma si è trattato di uno scampato pericolo più che di una vittoria ed è necessario rilanciare questi temi, anche attraverso la loro commemorazione, utile soprattutto ai cittadini più giovani che stanno formando la loro "memoria storica".
A breve distanza dal Congresso Nazionale fondativo di Sinistra Italiana, svoltosi nel mese di febbraio, non vogliamo dimenticare la necessità di una Democrazia davvero plurale, che garantisca la libertà di pensiero, associazione, espressione, la libertà di stampa e di insegnamento che un'informazione sempre più monopolizzata e un'istruzione ormai quasi privatizzata minacciano. Non vogliamo dimenticare i diritti civili (ancora troppo pochi, nonostante la legge sulle unioni civili) e i diritti sociali, che partono dal diritto al lavoro e da un'inversione di tendenza rispetto ad una politica nazionale e globale neoliberista: tutto ciò ha prodotto sempre maggiore impoverimento e precarietà, oltre a preoccupanti scenari di conflitti tra popoli, ora a causa dell'arrogante politica estera di Trump, ora per il deflagrare di nuovi eventi terroristici che si nascondono dietro la maschera delle guerre di religione. Sono questi i nuovi fascismi, a cui ci stiamo pericolosamente abituando, narcotizzati dai media, che ce li raccontano in chiave deformata ed edulcorata.
Se è dunque necessario un nuovo dibattito su questi temi nazionali ed internazionali, non possiamo dimenticare chi siamo e cosa siamo stati: la storia passata ci fornisce senso critico e paradigmi di interpretazione del presente. Non è affatto rito, cerimonia, musealizzazione. Anche per questo, pur essendo contenti che per la nostra città si avvicini il grande evento turistico-culturale del Federicus, ci meraviglia (e non siamo i primi e i soli) che sia stato recintato e oscurato alla vista dei visitatori il monumento dei martiri del 1799. Ci meraviglia che da anni ormai nella nostra città sia dimenticato l'anniversario del 25 aprile, poiché anche le attività didattiche nelle scuole sono monopolizzate dal Revival medievale. Gli storici insegnano che il concetto di "radice" è inadeguato all'interpretazione delle origini delle civiltà dell'uomo; il concetto di "radice" è stato perciò sostituito con quello di "germinazione" e "contaminazione". Non c'è mai un solo padre ed una sola madre, quando ci occupiamo di Storia. Non può esistere una città di Federico senza che sia anche la Leonessa di Puglia, e queste due caratterizzazioni implicano (e sono implicate da…) la città che fu anche di Tommaso Fiore, uomo politico, ma anche intellettuale raffinato e acuto, i cui scritti hanno contribuito a recuperare una letteratura italiana oppressa dalla censura e a creare la coscienza di un'Italia antifascista su scala nazionale (non solo locale), ad esempio attraverso la rilettura dell'Eneide e dei simboli dell'impero romano che Mussolini aveva fascistizzato.
Il rischio che corriamo oggi è quello della frattura in tante piccole repubbliche (di repubblichini), ognuno dentro il suo recinto, o dentro il suo fortino. Perché è proprio un fortino quello che è stato costruito intorno al monumento della piazza più importante della nostra città. Era qualcosa di cui vergognarsi, quella pagina di Storia? La storia non si può dividere in steccati per prendere solo quello che ci piace, in nome di un purismo storico passeggero o permanente.
Pochi mesi fa, infatti, il popolo italiano ha manifestato un legame inscindibile e profondissimo con la grande lezione etica della Resistenza antifascista e con la storia della nostra Repubblica, con gli equilibri e i contrappesi che ancora, fortunatamente, caratterizzano il nostro Stato. Ma si è trattato di uno scampato pericolo più che di una vittoria ed è necessario rilanciare questi temi, anche attraverso la loro commemorazione, utile soprattutto ai cittadini più giovani che stanno formando la loro "memoria storica".
A breve distanza dal Congresso Nazionale fondativo di Sinistra Italiana, svoltosi nel mese di febbraio, non vogliamo dimenticare la necessità di una Democrazia davvero plurale, che garantisca la libertà di pensiero, associazione, espressione, la libertà di stampa e di insegnamento che un'informazione sempre più monopolizzata e un'istruzione ormai quasi privatizzata minacciano. Non vogliamo dimenticare i diritti civili (ancora troppo pochi, nonostante la legge sulle unioni civili) e i diritti sociali, che partono dal diritto al lavoro e da un'inversione di tendenza rispetto ad una politica nazionale e globale neoliberista: tutto ciò ha prodotto sempre maggiore impoverimento e precarietà, oltre a preoccupanti scenari di conflitti tra popoli, ora a causa dell'arrogante politica estera di Trump, ora per il deflagrare di nuovi eventi terroristici che si nascondono dietro la maschera delle guerre di religione. Sono questi i nuovi fascismi, a cui ci stiamo pericolosamente abituando, narcotizzati dai media, che ce li raccontano in chiave deformata ed edulcorata.
Se è dunque necessario un nuovo dibattito su questi temi nazionali ed internazionali, non possiamo dimenticare chi siamo e cosa siamo stati: la storia passata ci fornisce senso critico e paradigmi di interpretazione del presente. Non è affatto rito, cerimonia, musealizzazione. Anche per questo, pur essendo contenti che per la nostra città si avvicini il grande evento turistico-culturale del Federicus, ci meraviglia (e non siamo i primi e i soli) che sia stato recintato e oscurato alla vista dei visitatori il monumento dei martiri del 1799. Ci meraviglia che da anni ormai nella nostra città sia dimenticato l'anniversario del 25 aprile, poiché anche le attività didattiche nelle scuole sono monopolizzate dal Revival medievale. Gli storici insegnano che il concetto di "radice" è inadeguato all'interpretazione delle origini delle civiltà dell'uomo; il concetto di "radice" è stato perciò sostituito con quello di "germinazione" e "contaminazione". Non c'è mai un solo padre ed una sola madre, quando ci occupiamo di Storia. Non può esistere una città di Federico senza che sia anche la Leonessa di Puglia, e queste due caratterizzazioni implicano (e sono implicate da…) la città che fu anche di Tommaso Fiore, uomo politico, ma anche intellettuale raffinato e acuto, i cui scritti hanno contribuito a recuperare una letteratura italiana oppressa dalla censura e a creare la coscienza di un'Italia antifascista su scala nazionale (non solo locale), ad esempio attraverso la rilettura dell'Eneide e dei simboli dell'impero romano che Mussolini aveva fascistizzato.
Il rischio che corriamo oggi è quello della frattura in tante piccole repubbliche (di repubblichini), ognuno dentro il suo recinto, o dentro il suo fortino. Perché è proprio un fortino quello che è stato costruito intorno al monumento della piazza più importante della nostra città. Era qualcosa di cui vergognarsi, quella pagina di Storia? La storia non si può dividere in steccati per prendere solo quello che ci piace, in nome di un purismo storico passeggero o permanente.