A furor di popolo: il libro-storia di Fabio Perinei
Parlano di lui gli amici, i compagni, la Murgia
lunedì 22 febbraio 2010
10.39
Ore 17.45. La sala convegni Tommaso Fiore è gremita di gente. Non c'è nemmeno l'ombra di un posto libero. Tra i volti che si scorgono c'è la storia politica, ma non solo, di Altamura. Tutti amici, compagni (ma anche gente comune) di quel Fabio Perinei, professore, politico e parlamentare, che ci si appresta a commemorare. Poi, ecco entrare il Presidente Nichi Vendola, mancava solo lui… Adesso l'incontro può avere inizio. Le luci si spengono. Il silenzio scende. Delle immagini vengono proiettate. Immagini che parlano di lui, che lo ricordano, che lo raccontano. È difficile a questo punto non percepire la commozione di cui l'aria è satura. Gente che si asciuga le lacrime, che singhiozza nel pianto del ricordo. Quando le luci si riaccendono, i volti sono visibilmente provati, gli occhi ancora lucidi.
È Nichi Vendola a parlare per primo, a ricordare Fabio Perinei. La sua ritrosità, che alla fine si dimostrava solo e soltanto apparenza, perché subito dopo lasciava il posto ad una inarrestabile passione, ogni volta che si parlava di Murgia. Sì, la sua Murgia. Quella che tante volte ha subito disarmanti violenze, contro le quali il Professore ha sempre combattuto.
Il Presidente lo ha definito educatore del popolo. Entrare in politica ha significato per lui non realizzare i propri scopi personali, ma dare una parte di sé agli altamurani. Non un punto d' arrivo, ma di partenza.
Ha ricordato la sacralità delle istituzioni in cui lui credeva fermamente, frutto di lotte democratiche e quindi di sudore e perseveranza.
Vendola ricorda uno dei primi comizi di Fabio Perinei a cui ha assistito. Era incredibile la sua capacità di infiammare l'animo della platea, in quell'occasione per lo più composta da braccianti. La sua capacità di rapportare le loro microstorie alla macrostoria, che in quel momento si stava svolgendo in ben altri luoghi. Ricorda quando ad un comizio prima delle elezioni del 2005, Perinei lo chiamò "Compagno Presidente". Quanta responsabilità racchiudeva quella parola, quella carica non ancora sua ma che presto lo sarebbe stata, e che spera di aver portato a termine con onore.
Il Presidente, dopo il suo discorso, lascia la conferenza, altri impegni lo chiamano. Prima di andare via però, saluta la famiglia Perinei, la moglie Rosaria, e abbraccia con affetto i figli Paola e Giuseppe.
È Nichi Vendola a parlare per primo, a ricordare Fabio Perinei. La sua ritrosità, che alla fine si dimostrava solo e soltanto apparenza, perché subito dopo lasciava il posto ad una inarrestabile passione, ogni volta che si parlava di Murgia. Sì, la sua Murgia. Quella che tante volte ha subito disarmanti violenze, contro le quali il Professore ha sempre combattuto.
Il Presidente lo ha definito educatore del popolo. Entrare in politica ha significato per lui non realizzare i propri scopi personali, ma dare una parte di sé agli altamurani. Non un punto d' arrivo, ma di partenza.
Ha ricordato la sacralità delle istituzioni in cui lui credeva fermamente, frutto di lotte democratiche e quindi di sudore e perseveranza.
Vendola ricorda uno dei primi comizi di Fabio Perinei a cui ha assistito. Era incredibile la sua capacità di infiammare l'animo della platea, in quell'occasione per lo più composta da braccianti. La sua capacità di rapportare le loro microstorie alla macrostoria, che in quel momento si stava svolgendo in ben altri luoghi. Ricorda quando ad un comizio prima delle elezioni del 2005, Perinei lo chiamò "Compagno Presidente". Quanta responsabilità racchiudeva quella parola, quella carica non ancora sua ma che presto lo sarebbe stata, e che spera di aver portato a termine con onore.
Il Presidente, dopo il suo discorso, lascia la conferenza, altri impegni lo chiamano. Prima di andare via però, saluta la famiglia Perinei, la moglie Rosaria, e abbraccia con affetto i figli Paola e Giuseppe.
A prendere la parola ora è lo scrittore Raffaele Nigro. Ricorda Perinei, il suo non rinunciare ad essere un "provinciale". Ma parla anche della sua terra, di quella Puglia non raccontata da nessuno, del suo odore di grano e di stancante lavoro sui campi.
Eric Jozsef, corrispondente di "Liberation", racconta dei valori universali sempre presenti nelle battaglie dell'Onorevole scomparso, della sua capacità di sublimarsi e confrontarsi con la folla, del suo amore per Pasolini, della sua integrità morale.
E poi a ricordare la sua semplicità e la sua passione totalizzante per la politica ci sono i suoi amici di sempre. Lo stesso Silvio Teot, che si è definito autore del libro solo per metà, "perché il resto l'ho scritto con Fabio", dice. Michele Ventricelli, il quale ha confermato il buon esito della petizione popolare che voleva vedere il nuovo ospedale della Murgia intitolato a Fabio Perinei.
E infine è intervenuto anche Michele Saponaro per rendere nota la volontà di istituire un "Centro Studi" dedicato al grande amico.
Serata carica di storia e di rievocazioni, il cui ricordo è scandito dalle toccanti melodie popolari di Maria Moramarco.
Anche questa volta, il Professore, è stato acclamato a furor di popolo. Il suo popolo.
Serata carica di storia e di rievocazioni, il cui ricordo è scandito dalle toccanti melodie popolari di Maria Moramarco.
Anche questa volta, il Professore, è stato acclamato a furor di popolo. Il suo popolo.
In una nota, il comitato cittadino Aria Fresca riporta: "Un anno fa, il 21 febbraio 2009, moriva Fabio Perinei. A lui vanno il nostro ricordo e la nostra gratitudine per averci insegnato che la politica sa e può essere sana, corretta e pulita. Anche in Italia, anche a Sud".