La città
Isole ecologiche di via Carpentino, i residenti vincono la battaglia
Saranno realizzate in periferia. Colonna: "Provvedimento poco chiaro"
Altamura - giovedì 23 aprile 2015
"Le richieste della cittadinanza vanno accolte e i centri comunali di raccolta vanno trasferiti altrove".
Finisce con la vittoria degli abitanti della zona tra via Carpentino via Saragat, via Nenni e la statale 96 il braccio di ferro sulla realizzazione dei due centri comunali di raccolta, ovvero le isole ecologiche composte di un'area attrezzata con contenitori e zone open-space, che tanto aveva gatto discutere nei mesi scorsi.
Come si ricorderà sono quattro centri comunali di raccolta dei rifiuti per l'Unione dei Comuni dell'Alta Murgia, secondo un bando che comprende i comuni di Altamura, Gravina e Grumo, per un importo complessivo di 1.321.445 euro stanziato dalla Regione Puglia nell'ambito del POR 2007/13 ed in parte finanziato con fondi dei comuni appartenenti all'Unicam. Le isole ecologiche hanno l'obiettivo di ridurre il numero dei rifiuti smaltiti in discarica, consentendo il conferimento diretto da parte dei cittadini non solo di materiali di normale raccolta, ma anche di rifiuti ingombranti, metalli, scarti verdi provenienti da potature e sfalci, nonchè di altri rifiuti non idonei a confluire nei tipici cassonetti.
I due centri altamurani inizialmente sarebbero dovuti sorgere rispettivamente tra via Martin Luther King e via le Fogge e tra via Carpetino, via Saragat e via Nenni. La prima isola ecologica prevedeva un'area di circa 3900 metri quadrati mentre la seconda circa 2850. Un procedimento ritenuto "omissivo ed illegittimo sul piano formale e sostanziale" dai cittadini del quartiere, che avevano presentato una petizione popolare che secondo i firmatari della petizione "prevede lo smaltimento di immondizia selezionata, anche di sostanze tossiche" e contrario alla destinazione "verde" dell'area pubblica prospiciente l'abitato di via Nenni, confermata da diverse delibere comunali.
Nel 2009 il comune manifestava l'interesse alla realizzazione di due centri di raccolta differenziata nell'area di Altamura 2, con cofinanziamento di 180 000 euro, pari al 30% dell'importo totale (600 000 euro) coperto con finanziamento regionale, previa approvazione dell'istanza di partecipazione da parte dell'ATO/BA4. In data 5/11/2009, però, senza dare alcuna motivazione, la giunta rettificava l'identificazione dell'area pubblica precedentemente scelta, sostituendola con l'area compresa tra via Carpentino, via Saragat e via Nenni. L'anno successivo il progetto definitivo veniva approvato con apposita delibera.
Un progetto, quello del centro comunale di raccolta, elaborato dagli uffici, questa la denuncia dei firmatari, senza tenere in alcuna considerazione che "l'area impegnata sia tipizzata in zona C1 nel vigente piano regolatore e in parte in viabilità".
Palazzo di Città, presso atto che "è giunto atto di significazione e diffida di cittadini, che congiuntamente agli organi di informazione locale, lamentano l'inopportunità di allocare i centri" nelle zone inizialmente indicate, "al fine di garantire una migliore fruizione dei servizi sul territorio comunale delocalizzando gli impianti all'estrema periferia dell'abitato" ha deciso di "accogliere le richieste della cittadinanza ritenendo di procedere al trasferimento" delle stesse su altre aree di proprietà comunale, identificate catastalmente al foglio di mappa 154 (particelle 466-518) e 131 (particelle 350-365-375-376), ricadenti rispettivamente in una lottizzazione nella zona artigianale di via Gravina e nel quartiere Parco San Giuliano.
Una decisione che già non manca di creare polemiche: "L'ennesima questione lasciata in eredità alla prossima amministrazione - attacca il consigliere Enzo Colonna - il provvedimento arriva in estremo ritardo, non si capisce e soprattutto non spiega, ad appalto già aggiudicato e con un progetto già approvato, come si intenda rimodulare il progetto. In questo modo si mette a rischio il finanziamento regionale per la realizzazione dei due centri e si espone il comune all'ennesimo contenzioso, con conseguenti esborsi e danni da risarcire".
"Abbiamo proposto - continua Colonna - con Lello Rella e Rosa Melodia, anche con una nostra mozione consiliare, di trasformare i due centri da realizzarsi e già finanziati dalla Regione Puglia, in centri di educazione ambientale e di riparazione e riuso da gestirsi separatamente dal servizio di igiene urbana. Una destinazione, questa, compatibile con aree residenziali e produttive, come avviene in tantissime città italiane ed europee".
Finisce con la vittoria degli abitanti della zona tra via Carpentino via Saragat, via Nenni e la statale 96 il braccio di ferro sulla realizzazione dei due centri comunali di raccolta, ovvero le isole ecologiche composte di un'area attrezzata con contenitori e zone open-space, che tanto aveva gatto discutere nei mesi scorsi.
Come si ricorderà sono quattro centri comunali di raccolta dei rifiuti per l'Unione dei Comuni dell'Alta Murgia, secondo un bando che comprende i comuni di Altamura, Gravina e Grumo, per un importo complessivo di 1.321.445 euro stanziato dalla Regione Puglia nell'ambito del POR 2007/13 ed in parte finanziato con fondi dei comuni appartenenti all'Unicam. Le isole ecologiche hanno l'obiettivo di ridurre il numero dei rifiuti smaltiti in discarica, consentendo il conferimento diretto da parte dei cittadini non solo di materiali di normale raccolta, ma anche di rifiuti ingombranti, metalli, scarti verdi provenienti da potature e sfalci, nonchè di altri rifiuti non idonei a confluire nei tipici cassonetti.
I due centri altamurani inizialmente sarebbero dovuti sorgere rispettivamente tra via Martin Luther King e via le Fogge e tra via Carpetino, via Saragat e via Nenni. La prima isola ecologica prevedeva un'area di circa 3900 metri quadrati mentre la seconda circa 2850. Un procedimento ritenuto "omissivo ed illegittimo sul piano formale e sostanziale" dai cittadini del quartiere, che avevano presentato una petizione popolare che secondo i firmatari della petizione "prevede lo smaltimento di immondizia selezionata, anche di sostanze tossiche" e contrario alla destinazione "verde" dell'area pubblica prospiciente l'abitato di via Nenni, confermata da diverse delibere comunali.
Nel 2009 il comune manifestava l'interesse alla realizzazione di due centri di raccolta differenziata nell'area di Altamura 2, con cofinanziamento di 180 000 euro, pari al 30% dell'importo totale (600 000 euro) coperto con finanziamento regionale, previa approvazione dell'istanza di partecipazione da parte dell'ATO/BA4. In data 5/11/2009, però, senza dare alcuna motivazione, la giunta rettificava l'identificazione dell'area pubblica precedentemente scelta, sostituendola con l'area compresa tra via Carpentino, via Saragat e via Nenni. L'anno successivo il progetto definitivo veniva approvato con apposita delibera.
Un progetto, quello del centro comunale di raccolta, elaborato dagli uffici, questa la denuncia dei firmatari, senza tenere in alcuna considerazione che "l'area impegnata sia tipizzata in zona C1 nel vigente piano regolatore e in parte in viabilità".
Palazzo di Città, presso atto che "è giunto atto di significazione e diffida di cittadini, che congiuntamente agli organi di informazione locale, lamentano l'inopportunità di allocare i centri" nelle zone inizialmente indicate, "al fine di garantire una migliore fruizione dei servizi sul territorio comunale delocalizzando gli impianti all'estrema periferia dell'abitato" ha deciso di "accogliere le richieste della cittadinanza ritenendo di procedere al trasferimento" delle stesse su altre aree di proprietà comunale, identificate catastalmente al foglio di mappa 154 (particelle 466-518) e 131 (particelle 350-365-375-376), ricadenti rispettivamente in una lottizzazione nella zona artigianale di via Gravina e nel quartiere Parco San Giuliano.
Una decisione che già non manca di creare polemiche: "L'ennesima questione lasciata in eredità alla prossima amministrazione - attacca il consigliere Enzo Colonna - il provvedimento arriva in estremo ritardo, non si capisce e soprattutto non spiega, ad appalto già aggiudicato e con un progetto già approvato, come si intenda rimodulare il progetto. In questo modo si mette a rischio il finanziamento regionale per la realizzazione dei due centri e si espone il comune all'ennesimo contenzioso, con conseguenti esborsi e danni da risarcire".
"Abbiamo proposto - continua Colonna - con Lello Rella e Rosa Melodia, anche con una nostra mozione consiliare, di trasformare i due centri da realizzarsi e già finanziati dalla Regione Puglia, in centri di educazione ambientale e di riparazione e riuso da gestirsi separatamente dal servizio di igiene urbana. Una destinazione, questa, compatibile con aree residenziali e produttive, come avviene in tantissime città italiane ed europee".